Nuovo contributo sull’egittologo Joseph Passalacqua

È stato pubblicato un nuovo contributo sull’egittologo triestino Joseph PassalacquaAegyptus» 97-2017), disponibile per la lettura e il download nella nostra Biblioteca online, per gentile concessione del Direttore del periodico.

Questo contributo è a tutti gli effetti un aggiornamento di quello già pubblicato anni fa con il titolo Giuseppe Passalacqua (Trieste 1797 – Berlino 1865): una nota biograficaAnalecta Papyrologica» 21-22/2009-2010), con il quale si riferivano i risultati delle ricerche svolte per la tesi di laurea triennale Giuseppe Passalacqua (Trieste 1797 – Berlino 1865): ricerche preliminari. Il nuovo contributo si sofferma in particolare sul periodo giovanile di Passalacqua, che va dalla sua nascita (1797) agli scavi in Egitto (1821-1826), talvolta aggiungendo dati e informazioni, talaltra correggendo imprecisioni presenti nella prima pubblicazione.

Per chi non conosce ancora Joseph Passalacqua, riporto qui di seguito una breve biografia (già pubblicata su www.it-historia.it).


La gioventù di Joseph Passalacqua a Trieste

Nacque a Trieste nel mese di febbraio del 1797, un mese prima dell’arrivo delle truppe francesi comandate da Napoleone. Fu battezzato nella chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo dai genitori Pietro, migrato dalla città natia di Messina, e Regina Marchetti. La sua prima abitazione si trovava in contrada delle Torri, oggi via San Lazzaro, mentre qualche anno più tardi la famiglia Passalacqua si trasferì in contrada S. Pelagio, oggi via Cesare Battisti.

Come ricorda l’Osservatore Triestino, un giornale di quegli anni, il padre Pietro era un «onorato negoziante di generi di Sicilia» (questa notizia è confermata dalla documentazione presente negli archivi triestini, grazie alla quale sappiamo anche che gli articoli principali del negozio erano i limoni importati da Messina). Fin da bambino Joseph affiancò il padre nel negozio e «nella sua giovinezza non fu che dedicato al commercio».

Nel 1820, in seguito alla chiusura del negozio del padre a causa della pressione fiscale francese e del Blocco Continentale, il giovane Joseph decise di cercare altrove fortuna, sfruttando le sue abilità di venditore: egli abbandonò Trieste, sbarcò in Egitto e per alcuni mesi svolse l’attività di mercante di cavalli, senza però ottenere buoni risultati. Ebbe poi l’intuizione di raccogliere le antichità egizie, per arricchirsi più di quanto avrebbe fatto continuando la professione del mercante.

Gli scavi di Joseph Passalacqua in Egitto

Dopo aver ottenuto il permesso del pascià, condusse scavi archeologici presso le necropoli di Menfi, Ermopoli, Abido e Tebe. La sua scoperta più importante avvenne il 4 dicembre 1823, quando a Tebe portò alla luce una camera sepolcrale intatta, mai violata dai saccheggiatori di tombe, né dalle truppe napoleoniche della spedizione avvenuta in quei luoghi pochi anni prima. In breve tempo mise da parte una collezione senza pari in Europa; essa era costituita da mummie, collane, scarabei, medaglie, papiri, statuine, frutta, strumenti rurali e molti altri oggetti.

Inizialmente egli non fu molto diverso dai razziatori di tombe, ma ben presto divenne antiquario e studioso della cultura egizia; inoltre non si limitava a raccogliere oggetti di interesse artistico, ma accumulava anche reperti di interesse botanico, mineralogico, zoologico, chimico, papirologico ed epigrafico. Appartenevano alla sua collezione i frutti di un tipo di palma egiziana allora ancora sconosciuta dai botanici, che fu battezzata Areca Passalacquae dal botanico Carl Kunth come segno di riconoscimento.

Continua a leggere la biografia di Joseph Passalacqua in questo articolo (www.it-historia.it).